Acido L-Tartarico

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Riferimenti bibliografici: Acido tartarico destorotatorio con configurazione levo. Ampiamente distribuito in natura, classificato come un acido della frutta. Si trova in molti frutti, libero o combinato con potassio, calcio o magnesio. Osservato nell’antichità come il sale acido di potassio che si trova depositato sotto forma di una sottile crosta cristallina durante la fermentazione del succo d’uva o del succo di tamarindo e chiamato faecula (piccolo lievito) dai Romani. La derivazione da Tartaro è di origine alchemica medievale. Nei processi moderni il tartrato acido di potassio ottenuto durante la vinificazione viene prima convertito in tartrato di calcio che viene poi idrolizzato in acido tartarico e solfato di calcio: Metzner, Chem. Eng. Prog. 43, 160 (1947); diverse modifiche, per esempio, IT 490221 (1954 a Procedimenti Chimici), C.A. 50, 11607c (1956). Estrazione dalla polpa di tamarindo con resa del 10% circa: IN 52167 (1955), C.A. 50, 5249g (1956). Sintesi per idrossilazione dell’acido maleico: Church, Blumberg, Ind. Eng. Chem. 43, 1780 (1951). Praticamente tutto l’acido L-tartarico venduto oggi è un sottoprodotto dell’industria del vino. Monografia: U. Roux, La Grande Industrie des Acides Organiques (Dounod, Parigi, 1939). Esempio di un processo moderno: Dabul, US 3114770 (1963 a Orandi & Massera).

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