Oggi daremo un breve sguardo ai giorni e alle settimane romane che, oltre a molte cose, sono una delle loro eredità per noi.
Parte di un calendario romano che mostra le Calende, le None, le Idi, e alcune feste ecc.
I giorni romani del mese non erano numerati in serie come oggi. Erano numerati in relazione a tre giorni specificamente nominati. Era a partire da questi tre giorni specifici che le altre date venivano contate retrospettivamente.
Kalendae
(le Calende – primo giorno del mese, e origine della nostra parola ‘calendario’)
Nonae
(le None – il nono giorno prima delle Idi, o il quinto giorno del mese; settimo in un mese di 31 giorni; originariamente, le Nonae corrispondevano al primo quarto di luna del mese lunare)
Idus
(le Idi – il tredicesimo giorno; o il quindicesimo giorno in un mese di 31 giorni; le Idi corrispondevano originariamente alla luna piena del mese lunare)
Le Idi di marzo – la data dell’assassinio di Cesare
Quindi, questi sono i giorni ‘speciali’ nel mese romano. Ma come contavano gli altri?
Il giorno era numerato o chiamato in base al suo posto tanti giorni prima (ante diem) delle Calende, delle None, o delle Idi del mese.
Se provate a leggere le date romane, noterete anche che sono sempre abbreviate.
Frammento dei Fasti Praenestini per il mese di Aprilis (Wikimedia Commons)
Quindi, questi sono i giorni del calendario romano, ma le settimane? Avevano esattamente gli stessi giorni della settimana che abbiamo noi? O meglio, abbiamo gli stessi dei romani?
Un giorno di mercato romano
Il giorno di mercato era un giorno di riposo dal lavoro agricolo, un momento per portare i prodotti o il bestiame al mercato.
A Roma, il primo riferimento a una settimana di sette giorni è presumibilmente dal tempo di Augusto (27 a.C. – 14 d.C.). Questo fu poi adottato ufficialmente dall’imperatore Costantino nel 321 d.C.
Imperatore Augusto