Dal barocco alla modernità: la tradizione del concerto grosso

, Author

L’edizione di questa settimana dei Concerti UFRJ presenta il concerto grosso, una forma musicale tipica del periodo barocco che, dopo un lungo declino, è stata recuperata nel XX secolo, in piena modernità. In rilievo opere di Arcangelo Corelli, Francesco Geminiani, Haendel, Antonio Vivaldi e Villa-Lobos.

Concerto grosso (plurale italiano: “concerti grossi”) è il concerto in cui un gruppo di solisti (concertino) – solitamente due violini e un violoncello – dialoga con il resto dell’orchestra (ripieno), talvolta fondendosi con il “tutti” della formazione. Si tratta di un modo strettamente strumentale e differisce dal concerto vero e proprio in cui uno strumento solista sviluppa una singola linea di melodia, accompagnato dall’orchestra.

La forma è apparsa nell’ultimo quarto del XVII secolo, anche se il nome è noto per essere stato usato per la prima volta da Giovanni Lorenzo Gregori in un insieme di dieci composizioni pubblicate a Lucca nel 1698. Questo genere deriva dalla musica veneziana per doppio coro e dalla suite di danze. Le diverse parti – concertino, ripieno e tutti – sono sostenute dal basso continuo, una combinazione di strumenti armonici che possono includere il clavicembalo, l’organo, il liuto o la tiorba. Alcuni compositori dell’epoca usavano semplicemente l’appellativo di concerto, sinfonia o sonata per designare il concerto grosso.

podcast

Ascolta il programma qui:

Ogni lunedì alle 22, ci sono “Concerti UFRJ” su Roquette Pinto FM. Sintonizzati su 94.1 o segui su internet!

I programmi precedenti possono essere trovati nella sezione Concerti UFRJ.

Corelli

Il primo grande compositore ad adottare il termine concerto grosso fu Arcangelo Corelli. Dopo la sua morte, fu pubblicata una raccolta di 12 pezzi del genere, che contribuì molto alla sua accettazione. Non molto tempo dopo, compositori come Francesco Geminiani, Pietro Locatelli e Giuseppe Torelli scrissero opere nello stile di Corelli. La sua produzione ebbe anche una forte influenza su Antonio Vivaldi, uno dei suoi discepoli. Il concertino in Corelli è invariabilmente formato da due violini e un violoncello, con una sezione di archi come ripieno. Entrambi, accompagnati da un basso continuo.

Come esempio della produzione del compositore, il programma ha presentato il Concerto Grosso op. 6, n. 4, nella versione per l’Orchestra Sinfonica UFRJ (OSUFRJ) con Felipe Prazeres e Adonhiran Reis come solisti ai violini e Mateus Ceccato al violoncello. La registrazione dal vivo è stata fatta durante il 1° Festival di Musica Antica dell’Università, che ha avuto luogo nel novembre 2011. Il video di questa performance può essere goduto sul sito pilota del progetto UFRJ Virtual Concertos, il risultato di una partnership tra la Scuola di Musica e il Coordinatore della Comunicazione dell’istituzione.

Francesco Geminiani

Si sono sviluppate due forme distinte di concerto grosso: quella della sonata da chiesa e quella della sonata da camera. Il concerto da chiesa alterna quattro movimenti lenti e veloci e il concerto da câmara assume il carattere di una suite di danze popolari, introdotta da un preludio. Queste distinzioni alla fine hanno perso la loro rigidità con il tempo. Francesco Geminiani, un discepolo di Corelli, scrisse importanti concerti di spessore in forma di sonata da chiesa. I movimenti lenti sono di solito molto brevi, quasi una cadenza di passaggio tra i movimenti veloci.

Dai Concerti Geminiani la UFRJ ha fatto uscire il Concerto Grosso op. 2, n. 5, con il gruppo Tafelmusik e la direzione di Jeanne Lamon.

Haendel

Il concerto grosso fu praticato soprattutto in Italia e in Inghilterra, un po’ nei paesi germanici, ma quasi mai in Francia. Un compositore che si muove attraverso i diversi stili del barocco è Haendel, nato in Germania, che ha vissuto e studiato in Italia e alla fine si è stabilito con grande successo a Londra. Haendel scrisse due raccolte di concerti grossi, op. 3 e op. 6. Il primo gruppo comprendeva, oltre agli archi, i fiati nel gruppo del concertino. È il caso del Concerto Grosso op. 3, n. 1, che il programma ha trasmesso. L’interpretazione, quella dell’Accademia di Saint Martin in the Fields sotto la direzione di Neville Marriner.

Vivaldi

In Italia, va menzionato anche Antonio Vivaldi, esponente del genere e compositore che fu molto influenzato da Corelli, suo maestro. È di Vivaldi, il concerto in re minore RV 565, che utilizza lo schema corelliano di due violini solisti e un violoncello in contrasto con l’orchestra d’archi e il continuo. L’interpretazione, quella dell’ensemble Concerto Koln

Villa-Lobos

Il Concerto grosso andò in eclissi nel tardo periodo barocco, lasciando il posto a nuove strutture musicali, come le sinfonie pre-classiche di Stamitz e la sinfonia concertante – una variante effimera, ma resa illustre da compositori del calibro di Mozart. Il concerto grosso è stato ripreso nel XX secolo da musicisti come Igor Stravinsky, Ernest Bloch, Vaughan Williams, Martin?, Schnittke e il nostro Heitor Villa-Lobos che ha scritto il suo concerto grosso non per orchestra d’archi, ma per orchestra di fiati e avendo come solisti un quartetto composto da flauto, oboe, clarinetto e fagotto. La registrazione trasmessa ha portato il direttore Marcelo Jardim alla testa della UFRJ Wind Orchestra e come solisti, Eduardo Monteiro al flauto, José Francisco Gonçalves all’oboe, Cristiano Alves al clarinetto e Aloysio Fagerlande al fagotto.

* * *

Un partenariato tra la Scuola di Musica (EM) e la radio Roquette Pinto, la serie Concertos UFRJ conta sulla produzione e presentazione di André Cardoso, membro della facoltà EM, e va in onda ogni lunedì, alle 22, sulla sintonia 94.1 FM. Le edizioni del programma possono essere seguite on line o attraverso il podcast di Roquette Pinto radio, audio on demand. Contatto: This email address is being protected from spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.