Nomi di territori durante il Califfato, Khwarezm nel nord del Khorasan faceva parte della Persia (in giallo)
Mappa della zona intorno al Mare di Aral
Khwarezm o Khwarizm (persiano: خوارزم) è una grande regione di oasi sul delta del fiume Amu Darya nell’Asia centrale occidentale. Oggi Khwarezm appartiene in parte all’Uzbekistan, in parte al Kazakistan e in parte al Turkmenistan.
Posizione
E’ delimitata a nord dal (ex) Mare d’Aral, “Daryocha-i Khorazm” (Lago Khwarazm) a est dal deserto del Kyzylkum, a sud dal deserto del Karakum e a ovest dall’altopiano di Ustyurt.
Varianti del nome
- Chorasmia
- Corasmi (Arriano:5.15)
- Corezm
- Harezm
- Horezm
- Huwarazmish (Persiano antico)
- Huvarazmish (iscrizioni achemenidi)
- Khwarezm
- Khwarezmia,
- Khwarizm,
- Khwarazm,
- Khorezm,
- Khoresm,
- Khorasam,
- Khwārazm (Persiano moderno)
- Xvairizem (Avestan)
- Khwārizm (Arabo خوارزم )
- qʰaljɯʔmriɡ(呼似密) cinese antico
- Huālázǐmó (cinese moderno 花剌子模))
- Хорезм (kazako)
- Xorazm (uzbeko)
- Horezm (turco)
- Harezm (turco)
- Χορασμία e Χορασίμα greco di Erodoto
Nomi ed etimologia
In Avestan il nome è Xvairizem, in persiano antico Huwarazmish, in persiano moderno خوارزم (Khwārazm), in arabo خوارزم Khwārizm, in cinese antico *qʰaljɯʔmriɡ(呼似密), in cinese moderno Huālázǐmó (花剌子模), in kazako Хорезм, in uzbeko Xorazm, in turkmeno Horezm, in turco Harezm, in greco Χορασμία e Χορασίμα, da Erodoto.
Il geografo arabo Yaqut al-Hamawi nel suo Muʿǧam al-buldan scrisse che il nome era un composto (in persiano) di khwar (خوار), e razm (رزم), riferendosi all’abbondanza di pesce cotto come dieta principale dei popoli di questa zona.
C.E. Bosworth tuttavia ritiene che il nome persiano sia composto da (خور) che significa “il sole” e (زم) che significa “Terra”, designando “la terra da cui sorge il sole”, sebbene la stessa etimologia sia data anche per Khurasan. Un’altra opinione è che il composto iraniano stia per “pianura” da kh(w)ar “basso” e zam “terra, terra”. Khwarezm è effettivamente la regione più bassa dell’Asia centrale (eccetto il Mar Caspio all’estremo ovest), situata sul delta dell’Amu Darya sulle rive meridionali del Mare di Aral. Varie forme di khwar/khar/khor/hor sono comunemente usate anche nel Golfo Persico per indicare pianure di marea, paludi o baie di marea (es, Khor Musa, Khor Abdallah, Hor al-Azim, Hor al-Himar, ecc.)
Il nome appare anche nelle iscrizioni achemenidi come Huvarazmish, che viene dichiarato parte dell’impero persiano.
Alcuni dei primi studiosi credevano che Khwarezm fosse quello che gli antichi testi avestici indicano come Airyanem Vaejah (“Ariyaneh Waeje”; poi Iran vij medio persiano). Queste fonti sostengono che la vecchia Urgench, che fu la capitale dell’antica Khwarezm per molti anni, era in realtà Ourva, l’ottava terra di Ahura Mazda menzionata nel testo Pahlavi di Vendidad. Tuttavia, Michael Witzel, un ricercatore della prima storia indoeuropea, ritiene che Airyanem Vaejah si trovasse in quello che oggi è l’Afghanistan, le cui aree settentrionali facevano parte dell’antica Khwarezm e del Grande Khorasan. Altri, tuttavia, non sono d’accordo. Lo storico dell’Università delle Hawaii Elton L. Daniel ritiene che Khwarezm sia il “luogo più probabile” corrispondente alla casa originale del popolo avestano, e Dehkhoda chiama Khwarezm “مهد قوم آریا” (“la culla della tribù ariana”).
Storia
Era il centro della civiltà (indigena) khwarezmiana e di una serie di regni come l’impero persiano, le cui capitali erano (tra le altre) Kath, Gurganj (la moderna Köneürgenç) e, dal XVI secolo, Khiva.
Ch 5.15: Alleanza con gli Sciti e i Corasmi
Arriano scrive….Un’altra ambasciata degli Sciti europei giunse ad Alessandro con gli inviati che egli aveva inviato a quel popolo; infatti il re che regnava su di loro nel momento in cui aveva inviato questi inviati, era morto e suo fratello regnava al suo posto. L’oggetto dell’ambasciata era di dichiarare che gli Sciti erano disposti a fare tutto ciò che Alessandro comandava. Gli portavano anche, da parte del loro re, i doni che tra loro sono ritenuti più preziosi. Dicevano che il loro monarca era disposto a dare sua figlia in sposa ad Alessandro, per confermare l’amicizia e l’alleanza con lui; ma se Alessandro stesso non si fosse degnato di sposare la principessa degli Sciti, allora era disposto in ogni caso a dare le figlie dei viceré del territorio scita e degli altri uomini potenti di tutto il paese della Scizia al più fedele degli ufficiali di Alessandro. Mandò anche a dire che sarebbe venuto di persona se gli fosse stato chiesto, per sentire dalla bocca di Alessandro quali fossero i suoi ordini. In quel periodo arrivò anche Pharasmanes, re dei Corasmi, da Alessandro con 1.500 cavalieri, che affermò di abitare ai confini delle nazioni dei Colchi e delle donne chiamate Amazzoni, e promise, se Alessandro fosse stato disposto a marciare contro queste nazioni per sottomettere le razze di questa regione i cui territori si estendevano fino al Mare Euxino, di fargli da guida attraverso le montagne e di rifornire il suo esercito di provviste. Alessandro diede allora una risposta cortese agli uomini che erano venuti dagli Sciti, e che era adatta alle esigenze di quel particolare momento; ma disse che non aveva bisogno di un matrimonio scita. Egli lodò anche Pharasmanes e concluse un’amicizia e un’alleanza con lui, dicendo che al momento non era conveniente per lui marciare verso il Mar Euxino. Dopo aver presentato Pharasmanes come amico ad Artabazus il Persiano, al quale aveva affidato il governo dei Bactriani, e a tutti gli altri viceré che erano suoi vicini, lo rimandò alla sua dimora. Disse che in quel momento la sua mente era presa dal desiderio di conquistare gli indiani, perché quando li avesse sottomessi, avrebbe posseduto tutta l’Asia. Aggiunse che quando l’Asia fosse stata in suo potere sarebbe tornato in Grecia e da lì avrebbe fatto una spedizione con tutte le sue forze navali e militari fino all’estremità orientale del Mar Euxino attraverso l’Ellesponto e la Propontide. Alessandro tornò quindi verso il fiume Oxus, con l’intenzione di avanzare in Sogdiana, perché gli era giunta notizia che molti Sogdiani si erano rifugiati nelle loro roccaforti e si rifiutavano di sottomettersi al viceré che egli aveva posto su di loro. Mentre era accampato vicino al fiume Oxus, una sorgente d’acqua e vicino ad essa un’altra d’olio sorse dal terreno, non lontano dalla tenda di Alessandro. Quando questo prodigio fu annunciato a Tolomeo, figlio di Lagus, la guardia del corpo confidenziale, egli lo disse ad Alessandro, che offrì i sacrifici che i profeti avevano indicato a causa del fenomeno. Aristander affermò che la sorgente dell’olio era il segno delle fatiche; ma significava anche che dopo le fatiche ci sarebbe stata la vittoria.
1. I Corasmi erano un popolo che abitava il paese vicino alla parte inferiore del fiume Oxus, tra i mari Caspio e Aral.
3. Vedi iii. 29 supra.
4. Propontis significa il mare prima del Ponto. Confronta Ovidio (Tristia, i. 10, 31):- “Quaque tenent Ponti Byzantia littora fauces.”