Fatti, informazioni e articoli sul Tredicesimo Emendamento, un momento cruciale nella storia dei neri
Sommario del Tredicesimo Emendamento: Il Tredicesimo Emendamento abolì la schiavitù negli Stati Uniti e fu il primo dei tre emendamenti della Ricostruzione adottati nei cinque anni successivi alla guerra civile americana. Il XIII Emendamento, approvato dal Congresso il 31 gennaio 1865 e ratificato il 6 dicembre 1865, afferma:
1. Né la schiavitù né la servitù involontaria, se non come punizione per un crimine per il quale la parte sia stata debitamente condannata, potranno esistere negli Stati Uniti, o in qualsiasi luogo soggetto alla loro giurisdizione.
2. Il Congresso avrà il potere di far rispettare questo articolo con una legislazione appropriata.
Anche se il presidente Abraham Lincoln aveva emesso il Proclama di Emancipazione il 1 gennaio 1863, c’erano diversi problemi nel fare affidamento su di esso per assicurare la fine della schiavitù negli Stati Uniti. Il proclama fu emesso usando i poteri di guerra di Lincoln e c’era la preoccupazione che potesse essere visto come temporaneo. Il proclama inoltre liberò solo gli schiavi, non abolì la schiavitù stessa. Inoltre si applicava solo agli stati che erano in attiva ribellione il 1 gennaio 1863, ma non si applicava agli stati di confine che detenevano schiavi o alle aree degli stati confederati già sotto il controllo dell’Unione in quel momento.
Nel dicembre 1863 e nel gennaio 1864, due disegni di legge e una risoluzione comune furono introdotti alla Camera e al Senato, tutti con proposte simili per un emendamento costituzionale che abolisse la schiavitù. Il comitato giudiziario del Senato lavorò per combinare queste proposte e presentarle al Senato, che approvò l’emendamento l’8 aprile 1864, con un voto di 38 a 6. Sfortunatamente, la Camera non agì in modo simile e l’emendamento dovette essere reintrodotto. Questa volta il presidente Lincoln assunse un ruolo più attivo nel farlo passare attraverso la casa rendendolo parte della piattaforma repubblicana per le prossime elezioni. La Camera lo approvò il 31 gennaio 1865 e fu inviato alle legislature statali per la ratifica. Il 6 dicembre 1865, il XIII emendamento fu adottato – tre quarti degli stati lo avevano ratificato. Tutti gli stati rimanenti, tranne tre, lo avevano ratificato entro il 1870 (due di questi non lo avrebbero ratificato fino alla seconda metà del XX secolo): Il Delaware lo ratificò il 12 febbraio 1901, il Kentucky il 18 marzo 1976 e il Mississippi il 16 marzo 1995.
Un film del 2012, Lincoln, prodotto da Stephen Spielberg, era basato sulla lotta per far passare il XIII emendamento.
L’emendamento Corwin
Due precedenti emendamenti proposti dal Congresso sarebbero dovuti diventare il XIII emendamento, ma non furono ratificati. L’emendamento sui titoli di nobiltà fu presentato agli stati nel 1810 e fu ratificato da 12 stati; avrebbe revocato la cittadinanza statunitense a chiunque accettasse un titolo di nobiltà straniero o un pagamento straniero senza l’autorizzazione del Congresso.
Un altro tentativo di scrivere un XIII emendamento iniziò nel dicembre 1860, quando gli stati del profondo sud minacciavano di secedere dall’Unione dopo la vittoria di Abraham Lincoln alle elezioni presidenziali. Il cosiddetto emendamento Corwin – dal nome di Thomas Corwin, un repubblicano dell’Ohio che presiedette il Comitato dei Trentatré che introdusse l’emendamento nella Camera dei Rappresentanti – fu una misura di compromesso approvata per prevenire quella secessione. Il Comitato dei Trentatré fu formato su richiesta del presidente James Buchanan per esplorare un emendamento per affrontare la crisi della secessione; il comitato includeva un rappresentante per ogni stato. La prima proposta del comitato, introdotta il 21 gennaio 1861, non riuscì a passare alla Camera.
Il 26 febbraio, Corwin introdusse una versione abbreviata dell’emendamento proposto. Questa era la stessa che era stata proposta e respinta dal Senato in dicembre.
Il Senato aveva formato un Comitato dei Tredici per gli stessi scopi del Comitato dei Trentatré della Camera. Esso aveva prodotto una proposta di emendamento presentata dal senatore repubblicano di New York William Seward, il futuro segretario di stato sotto il presidente Abraham Lincoln. Avrebbe proibito al Congresso di abolire o interferire con la schiavitù. Esso recitava:
che nessun emendamento sarà apportato alla Costituzione che autorizzerà o darà al Congresso il potere di abolire, o interferire all’interno di qualsiasi Stato, con le sue istituzioni interne, compresa quella delle persone tenute al lavoro o alla servitù dalle leggi di detto Stato.
La Camera non riuscì ad approvare l’emendamento il 27 febbraio, ma il giorno seguente fu accettato con un voto di 133 a 65. Il Senato votò per adottarlo il 2 marzo, con 24 voti contro 8.
Anche se una proposta di emendamento costituzionale non richiede l’approvazione di un presidente, il presidente Buchanan nel suo ultimo giorno in carica, il 3 marzo 1861, fece il passo insolito di firmare la legge. Il giorno seguente, il presidente Lincoln, nel suo primo discorso inaugurale, disse di non avere “nessuna obiezione” a che l’emendamento proposto “fosse reso esplicito e irrevocabile”. Lo inviò agli stati per la ratifica o il rifiuto. Solo l’Ohio e il Maryland lo ratificarono; l’Illinois lo approvò in una convenzione costituzionale, ma quel voto fu annullato perché la ratifica degli emendamenti richiede l’approvazione delle legislature statali, non delle convenzioni speciali. L’Ohio revocò la sua approvazione il 31 marzo 1864. Un tentativo di quell’anno di fermare il processo di ratifica nazionale non passò mai al Senato; tecnicamente, l’emendamento Corwin è ancora in attesa di azione da parte delle legislature statali.