Con il senno di poi, Cecil Connor III, meglio noto a noi come Gram Parsons, è sempre stato un candidato a vivere velocemente e morire giovane. Lo stile di vita edonistico dell’uomo di Waycross, Georgia, aveva colpito duramente la sua salute anche durante i suoi brevi anni di brillante creatività. Ma fu comunque una tragedia quando emerse la notizia che l’ultima corsa di Gram, al Joshua Tree National Monument in California, lo aveva portato alla morte il 19 settembre 1973.
L’escursione in uno dei suoi posti preferiti era stata pianificata come riposo e ricreazione prima dell’inizio di un nuovo tour. Aveva suonato dal vivo all’inizio dell’anno, compreso uno spettacolo a Boston in aprile, dove aveva eseguito alcune delle canzoni con cui aveva contribuito a creare il genere stesso del country rock, come “Drug Store Truck Driving Man”, “Sin City” e “That’s All It Took.”
Un addio bizzarro
Ma solo due giorni dopo il viaggio, Parsons è stato trovato non reattivo nella sua camera da letto e dopo che tutti i tentativi di rianimarlo sono falliti, è stato dichiarato morto all’Hi-Desert Memorial Hospital alle 12.15 del mattino. La causa ufficiale della morte fu un’overdose di morfina e alcol. La sua bara fu rubata dal suo manager Phil Kaufman e dall’ex roadie dei Byrds Michael Martin e portata a Cap Rock nel deserto della California. Lì, come da sua volontà, il corpo fu dato alle fiamme. Parsons fu poi sepolto al Garden of Memories Cemetery a Metairie, Louisiana.
Ma l’eredità musicale di Parsons è ricca, nei primi giorni con la International Submarine Band, dopo il suo arrivo sulla West Coast nel 1967, e il suo breve ma cruciale periodo con i Byrds; poi con Chris Hillman nei Flying Burrito Brothers e infine nei suoi due riveriti album da solista, GP del 1973 e Grievous Angel, pubblicato postumo.
Lassù con i grandi
Quando GP fu pubblicato, Rolling Stone descrisse Parsons come “un artista con una visione unica e personale come quelle di Jagger-Richard, Ray Davies, o qualsiasi altra figura celebrata.”
Nel suo rapporto sulla sua morte, il Village Voice citò l’ex batterista dei Byrds Mike Clarke, che disse: “Amico, non credo che Gram abbia mai incontrato una droga che non gli piacesse. Immagino che ci sia una lezione di oggetto lì.”
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