Walk the Line (2005)

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Prima di vedere questo film, avevo i miei dubbi. Johnny Cash è uno dei miei cantanti country preferiti, anzi, dei cantanti di tutti i tempi, ed ero incerto se, come per altri biopic mediocri, cioè il vistoso Ray, potesse rendergli abbastanza giustizia. Come si è rivelato, Johnny ottiene il film che merita, e, per di più, Walk the Line mi ha fatto interessare molto al lavoro di sua moglie, June Carter Cash.
Coprendo 20 anni della sua vita, compresa l’ascesa di Cash alla fama e l’immersione nella quasi autodistruzione, James Mangold si concentra sulle cose chiave della sua vita, la sua musica, la droga e il suo amore indomabile per la molto speciale June Carter Cash. È come una storia d’amore che Walk the Line brilla veramente. Nella vita reale, Johnny e June non si sono messi insieme fino a 20 anni dopo il loro primo incontro, e il fatto che abbiano potuto aspettare così a lungo l’uno per l’altra, è abbastanza commovente.
A tenere insieme il film sono le figure di Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon, nominati e premiati con l’Oscar, e la loro chimica porta praticamente il film. Quando sono insieme, entrambi abbagliano e si fondono perfettamente, sia che si tratti di una battuta verbale, di un duetto o di una semplice chiacchierata. Phoenix cattura l’anima tormentata di Cash in modo eloquente in una delle sue migliori interpretazioni, che trasuda quel pericoloso ma coinvolgente margine di pericolo presente in Cash. La sua voce assomiglia a quella di Cash, ma non ricorre mai all’imitazione, il che non fa che aumentare il piacere della visione.
Ma la stella splendente del film è Reese Witherspoon, nel ruolo di June Carter Cash. Interpreta la cantautrice-stella della musica country che ha catturato le attenzioni di Johnny Cash, ma si è rivelata una vittoria difficile, costringendolo ad abbandonare la sua dipendenza dai narcotici e l’autodistruzione violenta prima che lei lo considerasse. Anche se molti non hanno apprezzato il lavoro della Witherspoon, io semplicemente l’adoro. Fa di June una persona davvero memorabile, crouchesca. Per il pubblico, può essere sciocca e amabile, ma da sola, con Johnny, mostra un lato vulnerabile. La Witherspoon qui irradia una vibrazione forte, femminista, ma amabile senza sforzo, e ogni scena in cui appare, la ruba.
L’aspetto e l’atmosfera del tempo di Johnny sono catturati bene nella scenografia e nella colonna sonora guidata dalla chitarra di T-Bone Burnett, e i costumi sono a dir poco sublimi. La vestizione di Cash è ispirata, ma sono i vestiti di June a stampa floreale, rosa, domestici, o snazzy, che, di nuovo, rubano la scena. Ognuno dei costumi di Reese cattura l’umore dei suoi personaggi.
C’è anche un grande divertimento nei numeri musicali. Ring of Fire e Jukebox Blues permettono al pubblico di battere le dita dei piedi, ma il mio numero preferito è la performance di Jackson, dove la loro ineguagliabile chimica è messa in mostra in una delle mie canzoni preferite di tutti i tempi. Come il film, questa canzone è divertente, dolce e più intelligente di quanto spesso si creda.

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