(Cesare Bonesana, marchese di Beccaria, Milano, 1738 – id, 1794) giurista ed economista italiano, autore del famoso trattato Sui crimini e le pene (1764), un’opera che venne a rappresentare le opinioni ufficiali dell’Illuminismo in campo giuridico e che avrebbe esercitato una grande influenza sulle successive riforme penali.
Cesare Beccaria
Educato presso il Collegio dei Nobili dei Gesuiti a Parma, Cesare Beccaria completò i suoi studi di giurisprudenza a Pavia nel 1758. Nel 1761, contro la volontà dei suoi genitori, sposò Teresa de Blasco, di origine ispano-sicula; da lei ebbe due figlie, Maria e Giulia, quest’ultima sposata nel 1782 con Pietro Manzoni e madre del famoso autore de I Promessi Sposi. Dopo la morte della sua prima moglie, contrasse un secondo matrimonio, che lo rese padre di Giulio.
Con i fratelli Verri e altri amici fondò l’accademia ingegnosamente chiamata “Società de’ Pugni”; questo organismo pubblicò il giornale Il caffè, che apparve a Milano ogni dieci giorni tra il giugno 1764 e il maggio 1766. Assiduo lettore degli Enciclopedisti, si ispirò alle loro idee e a tutta la cultura razionalista per alcune delle sue opinioni fondamentali sul diritto e sull’economia; per questo attinse anche alla sua conversazione quasi quotidiana con i due Verri, la cui riunione era una delle più brillanti nell’ambiente aristocratico milanese. Il risultato di questo clima culturale fu il saggio Dei disordini e dei rimedi delle monete nello Stato di Milano nel 1762, pubblicato a Lucca nello stesso anno.
Nel 1764 apparve, anonima, la sua opera De los delitos y de las penas, iniziata su richiesta di Pietro Verri. Tradotto in francese dall’Abbé Morellet e fatto conoscere nei circoli enciclopedici di Parigi, fu lodato da Voltaire, Jean le Rond d’Alembert, Denis Diderot, il barone de Holbach, Georges Louis Leclerc, il conte de Buffon e altri, e si diffuse in tutta Europa; l’autore ricevette inviti dai razionalisti parigini, e persino dalla zarina Caterina la Grande. Naturalmente ci furono attacchi soprattutto da parte dei gesuiti; i fratelli Verri risposero con una Risposta attribuita all’epoca allo stesso Cesare Beccaria.
Al suo ritorno da Parigi, nel 1768 fu nominato professore alle Scuole Palatine di Milano, dove fu creata appositamente per lui una cattedra di “scienze fiscali”. Durante il periodo de Il caffè scrisse e pubblicò in questo periodico un Frammento sullo stile, che fu seguito più tardi dalla breve opera Investigazioni sulla natura dello stile (1770). Del suo lavoro come economista abbiamo anche gli Elementi di economia politica, in cui sostiene la libertà di commercio, anche se non nega l’opportunità di alcune risorse protezionistiche. L’ideologia politica e storica di Beccaria distingue tre epoche successive e anticipa l’opinione che sarebbe poi stata sviluppata da Henri de Saint-Simon e Auguste Comte nella “legge dei tre stati”.
Come citare questo articolo:
Ruiza, M., Fernández, T. e Tamaro, E. (2004) . In Biografie e vite. L’enciclopedia biografica online. Barcellona (Spagna). Recuperato da .
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