La storia dei buoni propositi per l’anno nuovo

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Si dice che gli antichi Babilonesi siano stati il primo popolo a fare buoni propositi per l’anno nuovo, circa 4.000 anni fa. Furono anche i primi a tenere celebrazioni registrate in onore del nuovo anno, anche se per loro l’anno non iniziava a gennaio ma a metà marzo, quando i raccolti venivano piantati. Durante una grande festa religiosa di 12 giorni conosciuta come Akitu, i Babilonesi incoronavano un nuovo re o riaffermavano la loro fedeltà al re in carica. Facevano anche promesse agli dei di pagare i loro debiti e di restituire gli oggetti che avevano preso in prestito. Queste promesse potrebbero essere considerate i precursori dei nostri propositi per il nuovo anno. Se i Babilonesi mantenevano la loro parola, i loro dei (pagani) avrebbero concesso loro il favore per l’anno successivo. In caso contrario, sarebbero caduti dal favore degli dei, un posto in cui nessuno voleva trovarsi.

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Una pratica simile avvenne nell’antica Roma, dopo che l’imperatore Giulio Cesare, dalla mentalità riformista, armeggiò con il calendario e stabilì il 1° gennaio come inizio del nuovo anno nel 46 a.C. Chiamato come Giano, il dio bifronte il cui spirito abitava porte e archi, gennaio aveva un significato speciale per i romani. Credendo che Giano guardasse simbolicamente indietro nell’anno precedente e avanti nel futuro, i romani offrivano sacrifici alla divinità e facevano promesse di buona condotta per l’anno successivo.

Per i primi cristiani, il primo giorno del nuovo anno divenne l’occasione tradizionale per riflettere sui propri errori passati e decidere di fare ed essere migliori in futuro. Nel 1740, l’ecclesiastico inglese John Wesley, fondatore del metodismo, creò il Covenant Renewal Service, più comunemente tenuto nella notte di Capodanno o nel giorno di Capodanno. Conosciuti anche come servizi notturni di guardia, includevano letture dalle Scritture e canti di inni, e servivano come un’alternativa spirituale alle celebrazioni rauche normalmente tenute per celebrare l’arrivo del nuovo anno. Oggi popolari all’interno delle chiese protestanti evangeliche, specialmente nelle denominazioni e congregazioni afroamericane, i servizi della notte di veglia che si tengono a Capodanno sono spesso trascorsi pregando e facendo propositi per l’anno successivo.

Nonostante le radici religiose della tradizione, i propositi di Capodanno oggi sono una pratica per lo più secolare. Invece di fare promesse agli dei, la maggior parte delle persone fanno propositi solo a se stessi, e si concentrano esclusivamente sul miglioramento personale (il che può spiegare perché tali propositi sembrano così difficili da seguire). Secondo una recente ricerca, mentre ben il 45% degli americani dice di fare abitualmente propositi per il nuovo anno, solo l’8% ha successo nel raggiungere i propri obiettivi. Ma questo triste record probabilmente non impedirà alle persone di fare risoluzioni molto presto – dopo tutto, abbiamo avuto circa 4.000 anni di pratica.

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